IMBALLAGGI E CREATIVITÀ: UNA STORIA A LIETO FINE
Quando gli articoli da imballo diventano arte e danno vita a idee geniali
Noi di Mattolini siamo specialisti negli articoli da imballaggio e conosciamo i nostri prodotti in ogni minimo dettaglio, sia dal punto di vista tecnico che normativo. Ma visto che, come si suol dire, «Non di solo pane vive l’uomo», ogni tanto ci piace anche uscire dagli schemi e guardare al nostro lavoro da un altro punto di vista: quello di chi trova nelle cose più impensate la materia prima per creare.
La cronaca di qualche tempo fa ci ha dato notizia della scomparsa, il 31 maggio 2020, del celebre artista Christo, uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta Land Art, con le sue straordinarie installazioni su larga scala dal forte impatto sul paesaggio. Possiamo dire senza temere di essere autoreferenziali che Christo era l’artista dell’imballaggio: i suoi impressionanti impacchettamenti del Reichstag a Berlino (1972–95), del Pont Neuf a Parigi (1985) o dei monumenti milanesi di piazza Duomo e piazza della Scala (1970) – per citarne solo alcuni – hanno paradossalmente esaltato e messo in evidenza, nella loro effimera temporaneità, gli oggetti nascosti, o meglio, la loro presenza nell’assenza. E lo hanno fatto proprio “impacchettando” i monumenti in questione; in parole povere: imballandoli.
Senza arrivare alle vette di questo grande maestro contemporaneo, nel nostro piccolo qui in Mattolini ci troviamo spesso ad avere a che fare con un bacino di utenza che acquista i prodotti per imballaggio non per confezionare i propri articoli, ma per creare altro, usandoli come materia prima con cui realizzare mobili, monili, complementi di arredo, a volte, appunto, anche vere e proprie opere d’arte.
«E come?», chiederete voi. Prendiamo, ad esempio, le reti tubolari in plastica che usualmente servono per il trasporto di minuterie, ingranaggi o piante da vivaio. Forse non avete mai pensato che possono servire anche a dare nuova vita a un tavolo o a una sedia rivestendone le gambe e regalando così all’arredamento più banale un aspetto giovane e moderno. Oppure, soprattutto quelle a maglie più fini, possono diventare un bracciale o una collana all’ultima moda: ne avrete viste chissà quante, indossate da amiche o conoscenti, tutte coloratissime, riempite con pietre e perline di ogni dimensione e impreziosite da chiusure-gioiello, oppure lavorate e riplasmate col calore per ottenere le forme più varie (foglie, fiori o figure geometriche) da usare come pendenti per orecchini.
La necessità si dice aguzzi l’ingegno, e allora ecco che i cuscini ad aria, che vengono inseriti nei colli a riempire gli spazi vuoti e attutire gli urti degli articoli, possono essere aperti e usati come sacchetti profuma-biancheria o riempiti di scampoli o ovatta colorata per diventare divertenti porta-bracciali. Ormai largamente sdoganato nel cosiddetto “riciclo creativo”, invece, è il polistirolo, che noi di Mattolini solitamente vendiamo in lastre: ritagliato in varie fogge, diventa materia per inedite cornici di quadri o specchi; assemblato in più fogli si trasforma in finti complementi o arredi a tema, come un camino per gli addobbi natalizi o un pezzo di muro diroccato per un’ambientazione “horror”.
Un discorso a parte merita il cartone ondulato: se tutti da bambini ci siamo sbizzarriti a trasformare le scatole delle scarpe o quelle più grandi degli elettrodomestici in ville per le bambole, astronavi o casette a nostra misura, negli ultimi anni è diventata una vera e propria tendenza del design di un certo livello quella di realizzare mobili di cartone. Questi arredi sono una valida alternativa a quelli in legno sia per estetica che per resistenza e robustezza (la fragilità di questo materiale è un mito che va sfatato), con il valore aggiunto della leggerezza. Scaffali, armadi, tavolini, sedie e poltrone, da assemblare o già finiti, si trovano in uffici, studi televisivi e abitazioni e di certo non passano inosservati, strizzando l’occhio alla sostenibilità e all’ecologia, qualità che oggi rappresentano senza ombra di dubbio un valore aggiunto.
E per finire, il pluriball, sua maestà il film a bolle! Alzi la mano chi non ha mai passato del tempo a schiacciare con sincero piacere i cuscinetti ad aria di questo imballo! Ma a parte il potenziale da antistress, il pluriball è una materia prima molto versatile per dar sfogo alla creatività. Cucito e sagomato può diventare una simpatica pochette antiurto o una borsa per la spesa totalmente impermeabile; se ci rivestiamo i rulli per imbiancare, possiamo dar vita a simpatici motivi geometrici per dipingere le pareti. E non solo… oggi sono numerosi gli artisti che partono dal film a bolle per realizzare le proprie opere. Prendiamo Fra Biancoshock, pseudonimo dello street artist italiano con il passato da writer: qualche anno fa, proprio basandosi sul valore di passatempo del film a bolle, ha rivestito le pareti di alcune stazioni di Milano con questo materiale, invitando i passanti a “utilizzarlo” per rompere così la noia delle attese. C’è poi il canadese Bradley Hart, che può essere considerato un esponente del puntinismo contemporaneo perché realizza le sue opere – per lo più ritratti ultrarealistici – iniettando nelle bolle colore acrilico; ed infine, per concludere questa breve carrellata, Olimpia Scarry, svizzera, che nel suo Bubble Wrap Painting del 2014 ha scolpito il marmo prendendo ispirazione proprio dal pluriball per realizzare una personale interpretazione – guarda caso! – della noia.
Potremmo andare avanti ore a elencare gli utilizzi alternativi del materiale da imballaggio. «Ma questa è un’altra storia», come diceva qualcuno che in quanto a fantasia non aveva niente da invidiare a nessun altro (Michael Ende, La storia infinita.)
A noi di Mattolini non resta che procurarvi tutto il materiale di cui avete bisogno per realizzare i vostri sogni e assecondare la vostra creatività. Di solito ci piace restare con i piedi per terra, ma quando l’ispirazione chiama, ci trovate sempre pronti a spiccare il volo con voi!